L’importanza del gioco nel cane
Il gioco per il cane rappresenta uno dei migliori meccanismi per costruire, competenze di tipo: fisico e relazionali. Attraverso questo il cane sperimenta le proprie capacità, coi fratelli e soggetti adulti, i giochi si differenziano:
Predatori
Lotte
Gerarchici
I giochi predatori servono per simulare e addestrare la propria capacità, appunto di predatori, sono basati su: piccoli agguati, inseguimenti, catture, collaborazione nella predazione. Vedrete per cui i cuccioli che si alterneranno nel compiere il ruolo di predatore e preda, perchè così tutti possano sviluppare tali competenze, li vedrete compiere atti di spontanea istintualità, nel coalizzarsi all’inseguimento di un singolo, nel compiere poste, per creare imboscate e catture, questi giochi sono apprezzati dalla stragrande maggioranza dei cuccioli e molti cani li tenderanno a riprodurre anche una volta divenuti adulti.
I giochi di lotta sono una costante all’interno della cucciolata, anch’essi servono a sviluppare competenze fisiche, creando competenze di sopraffare “l’avversario” di turno, atterrandolo: afferrandolo per le zampe, immobilizzandolo, afferrandolo per la collottola. Questi atti non hanno al loro albore delle valenze gerarchiche, perché non esistono ancora delle risorse su cui competere, ma sono solo atti d’istintualità. I cuccioli sono molto divertiti da queste lotte, sperimentano attraverso esse anche auto controlli sull’utilizzo del morso, infatti imparano a rispettare i fratelli che ad un’eccessivo atto di forza emettono un guaito molto intenso, questo produce una situazione di stasi e la conseguenza è il termine dell’interazione, per cui la fine del divertimento. Anche in questa fase di gioco le parti vengono invertite.. Gli stessi cani adulti giocano coi cuccioli dimostrando loro quali comportamenti sono più efficaci, permettendo ai cuccioli stessi di vincere, instaurando così in loro una prima fase di autostima.
I giochi di tipo gerarchico prevedono la presenza di una risorsa, i cuccioli se la creano facilmente, basterà un legnetto, una cordicella, un qualsiasi oggetto che il cucciolo identifica come proprio. In questa fase si innesca una competenza di “possessività”, per cui il cucciolo impara a difendere una risorsa identificandola come propria, o di renderla condivisa perché più divertito da questo atto. Per dimostrarne il possesso il cucciolo emette dei ringhi e compie atti di minaccia verso il rivale, in questa fase vedremo anche quelli che si identificano realmente come atti di dominanza o di sottomissione, comportamenti che il cucciolo ha identificato come segnali comunicativi attraverso i giochi di lotta, ma segnali come la sottomissione passiva o attiva che emette spontaneamente, non imposta con fisicità. Anche i cani adulti contribuiscono nell’insegnamento di questi comportamenti, da prima identificandoli con segnali di stop come “ringhi” o “sguardo minaccioso”, è proprio l’imitazione dell’adulto che crea un messaggio comunicativo efficace, poi replicabile dal cucciolo stesso. Gli adulti insegnano ulteriormente ai cuccioli che la loro presenza non rappresenta un atto di minaccia alla fase possessiva, così che passando vicino al cucciolo che ha con se un legnetto o sta mangiando, l’emissione di un timido ringhio da parte del cucciolo, sarà ignorato, questo permetterà di tranquillizzare i cani a gestire al meglio una risorsa e abbasserà l’istinto possessivo alla sola prossemica intima, fino a renderla molto limitata: questo processo di desensibilizzazione è molto importante per non creare reazioni aggressive eccessive ed inutili in un contesto sociale.
Stefano Cavina
Riproduzione riservata
Riproduzione riservata